Il nome per questo ristorante è decisamente azzeccato.

E’ un ristorante a conduzione famigliare, i pochi tavoli (18 coperti) sono disposti nella quiete e frescura di un giardino, lontano dai rumori della strada principale e da occhi indiscreti.

Wira e Diki, marito e moglie, gestiscono al meglio questo ristorante. Questo luogo è la prova reale che cura e passione fanno la differenza.

Il cibo è sempre fresco e di alta qualità. La scelta dei piatti è tra due menù, indonesiano e western. Il servizio è impeccabile, in vero balinese style.

In questa breve recensione però non vi voglio parlare di quanto si mangia bene, perché lo potete leggere dalle numerose testimonianze di Tripadvisor.

Vi voglio raccontare la storia di un’amicizia nata per caso o forse no!

(Il mio mantra cita “il caso non esiste”)

Nel mio lungo soggiorno a Lovina, ho avuto la fortuna di incontrare questa bellissima coppia. Wira, maestro di accoglienza sorridente e scrupoloso, attento e curioso, è un uomo con un grande cuore. Diki è una donna graziosa, minuta, che con pazienza e dedizione in cucina, crea sorprendenti piatti della tradizione e piatti occidentali che ha imparato e rivisitato nella cucina di una famiglia per cui lavorava. I suoi piatti sono magnifici perché si sente il cuore in quello che fa.

Il nostro è stato uno scambio di culture: come tutti gli amici ci siamo aiutati. Non è facile a Bali trovare veri amici.

Non è mai facile, tantomeno qui dove molti pensano che solo per essere nati in Occidente si è fortunati.  Il detto “Chi trova un amico trova un tesoro”, soprattutto in terra straniera, e gli expat mi capiranno bene, è un dogma fondamentale. Trovare persone che ti aiutano solo per il piacere di farlo non è così scontato. Wira e Diki ci hanno accolti a casa loro come tutti gli amici fanno. Due chiacchiere, un caffè, tante risate e niente più. Diki mi ha insegnato molti trucchetti in cucina ed io, armata di mattarello, le ho insegnato i miei. Con i pochi mezzi a disposizione abbiamo preparato tagliatelle alla “Bolognise”, (all’estero bolignise è meglio di bolognese), cucinato tiramisù e cheesecake.. non vi dico le avventure per trovare il mascarpone .. voli pindarici e farina dappertutto. Osservare  i nostri mariti lottare per mettere i soldi nella tasca dell’altro per la spesa fatta insieme è stato sorprendente.

Addirittura, per la nostra partenza, abbiamo festeggiato un Buon non compleanno!!!

Wira, abile modellatore d’argento, mi ha donato un suo personale gioiello confezionato ad arte in uno scrigno di bambù.

In poco tempo è riuscito a

  • osservare la Gazza Ladra (cioè io) che guardavo ipnotizzata la vetrinetta dei gioielli all’entrata del ristorante,
  • riconoscere il luccichio sfavillante dei mie occhi quando il mio sguardo si è posato su un braccialetto,
  • chiamare il giorno successivo mio marito e chiedere il permesso se poteva regalarmi un gioiello,
  • preparare un tavolo con tavagliette “per le occasioni”, fiori arancioni (che si usano per le offerte) e candele
  • cucinare insieme a Diki un menù speciale solo per noi.

Fiumi di parole, sorrisi e risate hanno riempito le ore notturne dopo la chiusura del ristorante. Ma non solo.

Discussioni appassionate sulla religione, sulla scuola, scambi di tradizioni e modi di vivere, riflessioni auliche e non..fino ad arrivare alla considerazione che loro consumano moltissime infradito perché è il loro unico paio di scarpe, non c’è bisogno di calzature chiuse.

Bé, avrete capito che Wira e Diki e la loro splendida bambina mi mancano.

In conclusione il viaggio non lo fa il luogo ma le persone che incontri.

Se siete nei paraggi di Lovina passate a trovare Wira e Diki al Secret Garden e salutatemeli tanto!

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